Parrocchie di S. Maria M. E S. Michele A.

La chiesa collegiata di s. Maria Maggiore risale al IX-X secolo d.C.

Fu edificata sull’antico Foro romano e in un documento pergamenaceo, datato 23 agosto del 967, la chiesa viena designata come “Ecclesia Archipresbyteralis”. Nel 1541 il papa Paolo III eleva la chiesa di santa Maria Maggiore alla dignità di collegiata e retta da un capitolo di canonici.

Attualmente l’edificio sacro si presenta in un rifacimento del 1741, quando l’arciprete Nicola Sabini del Sole decise di ristrutturare l’intero complesso in chiave barocca.

A lato si erge il campanile in pietra del 1300 dove sono presenti cornici e avanzi architettonici dell’età classica, visibili sui muri esterni della costruzione.

L’interno si presenta a navata unica con dieci cappelle laterali, che conservano progevoli opere d’arte, tra cui la cappella di S. Biagio, patrono della città, che custodisce un elegante busto del Santo di scuola napoletana e un altare in marmi policromi. Altre sculture sacre sono l’ Assunta, di probabile fattura di Giacomo Colombo, e la seicentesca statua di S. Antonio di Padova. Sull’ aula s’ imposta un soffitto interamente stuccato e nel secondo registro furono realizzati nel 1751 otto ovali in tela dal pittore locale Nicola Peccheneda raffigurati i santi apostoli. La disposizione degli ovali in chiesa è la seguente: a sinistra entrando: San Bartolomeo, San Giacomo il Maggiore, Sant’ Andrea, San Paolo.

A destra entrando: San Matteo, San Giovanni, San Tommaso, San Pietro. Sempre della stessa campagna decorativa fanno parte i quattro ovali presenti nel catino absidale che dipinse lo stesso Peccheneda.

Il ciclo mariano è così disposto: l‘ Annunciazione, la Nascita di Maria, l’ Assunzione (opera di Andrea Barile), la Presentazione di Maria al Tempio, la Visitazione ad Elisabetta. Sulla controfacciata nel 1736 fu collocato l’ organo con la cantoria lignea dove si distingue un dipinto dell’ Immacolata.

A culminare lo splendore della controfacciata sono due tele centinate di ignoto autore, realizzate per la confraternita del Santissimo Rosario. Esse riproducono sempre lo stesso soggetto:  la Vergine con bambino attorniata da vari Santi dell’ordine domenicano. Degno di ammirazione è il pavimento realizzato con pietre di epoca romana e coccio pesto. Inoltre sempre sullo stesso sono presenti tombe di famiglie gentilizie atinate come gli Spagna, i Sabini del Sole e i principi.

Tratto da: La guida completa per visitare Atena Lucana, Pro Loco “Athena Nova”